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2. INFORMAZIONI GENERALI SUL PROGRAMMA DI O.M.

Il programma di orientamento e mobilità, chiamato anche "corso di orientamento e mobilità" è rivolto a persone cieche o ipovedenti di qualsiasi età. Ogni "corso" è programmato in base alle esigenze e alle caratteristiche proprie di ogni individuo: età anagrafica, patologia/e, insorgenza della patologia, ecc.
Il ruolo principale del tecnico di OM è quello di insegnare  a  gestire i movimenti e gli spostamenti nello "spazio".


Mobilità: la parola "mobilità" si riferisce alla capacità degli individui con disabilità visiva di muoversi con facilità e sicurezza attraverso l'ambiente.


Orientamento: la parola "orientamento" si riferisce alla consapevolezza spaziale. Non è il semplice orientamento (come nella navigazione) ma, in senso più ampio, è la percezione dello spazio in cui siamo inseriti. Capire dove siamo e dove stiamo andando; pianificare, progettare, scegliere e seguire un percorso che porti a una destinazione in maniera efficiente, saper tornare indietro, ecc. Se non si è in grado di fare queste cose non si ha il controllo dei propri spostamenti e ci si disorienta.
- Muoversi con consapevolezza è una combinazione di buone abilità di mobilità e di buone abilità di orientamento.


Autonomia personale: per autonomia personale si intende l’insieme delle abilità e competenze necessarie per la gestione delle molteplici attività della vita  quotidiana. Cura della propria persona, attività domestiche, lavorative, familiari, ecc. Attività e azioni quotidiane che determinano la qualità della vita.

- Gli obiettivi principali in ogni programma di OM sono:
1 - Aumentare l'indipendenza: raggiungere buone abilità sensoriali, di orientamento e mobilità.
2 - Migliorare la qualità di vita: raggiungere buone abilità personali e interpersonali.

Chi vede si muove facilmente e senza sforzi particolari nello spazio che lo circonda. La visione è il senso privilegiato per il movimento e gli spostamenti. Il sistema visivo registra la posizione degli oggetti determinandone rapidamente la posizione nello spazio rispetto a sé, valuta le distanze degli oggetti calcolando quali sono più vicini o lontani, la forma, il colore, la profondità, ecc. In base ai propri cambiamenti di posizione, si valuta immediatamente come le cose cambiano in rapporto al proprio movimento.

Per le persone con disabilità visiva questo non succede in modo così rapido e con le stesse modalità.

Capire lo spazio e muoversi in esso è frutto di abilità acquisite nel tempo: si deve imparare ad esplorare l'ambiente per comprenderlo e ricostruirlo, basandosi sulla memoria non visiva.

Per orientarsi e spostarsi bisogna avvalersi di punti di riferimento.

E' partendo da un punto di riferimento che inizia l'esplorazione dello spazio: ci si allontana, ci si fa ritorno, e così via. In un ambiente dove non si trovi alcun punto fermo di riferimento, orientarsi non sarebbe possibile, sarebbe un "vagare" casuale. Succede anche a chi vede ed è per questo che i punti di riferimento sono estremamente importanti, sia per muoversi negli ambienti interni sia per muoversi e viaggiare in quelli esterni.

Come ci si orienta? La risposta è uguale per tutti, per orientarsi bisogna "esplorare l'ambiente".

L'esplorazione inizia con lo stabilire un punto di riferimento e da questo punto si continua in varie direzioni sviluppando una conoscenza di vari punti. Lo spazio comincia a prendere forma e si sviluppa una conoscenza dell'ambiente che dà origine a una mappa mentale.

Per chi ha problemi visivi, ma non solo, esplorare l'ambiente può essere molto difficile, faticoso e richiedere molto tempo prima che diventi conosciuto. Non bisogna avere fretta, le abilità si acquisiscono lentamente.

Bisogna fare esperienza, conoscere e infine dimostrare e valutare la propria competenza.

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